martes, 20 de julio de 2010

martes, 22 de junio de 2010

Tu iglesia es mi prostíbulo



Revisitaciòn de la película Jesús de Nazaret (título original en inglés: Jesus of Nazareth). Una miniserie de cine y televisión de 1977 dirigida por Franco Zeffirelli. El papel protagonista de Jesús está a cargo del actor Robert Powell, siempre he querido follármelo.

viernes, 21 de mayo de 2010


Moi je t'offrirai
Des perles de pluie
Venues de pays
Où il ne pleut pas
Je creuserais la terre
Jusqu'après ma mort
Pour couvrir ton corps
D'or et de lumière
Je ferai un domaine
Où l'amour sera roi
Où l'amour sera loi
Où tu seras ma reine

Je t'inventerai
Des mots insensés
Que tu comprendras...

Jacques Brel

miércoles, 19 de mayo de 2010

viernes, 12 de febrero de 2010

MANIFIESTO PUTA Beatriz Espejo


"El sexo soporta tiranías y abusos de todo tipo sobre los que se sostienen gobiernos, estados y la propia identidad del individuo. Por eso..., ¿te has preguntado si tus decisiones sexuales son libres o están moldeadas por la conveniencia de otros?
¿Es el amor una aspiración idílica o un arquetipo tramposo y peligroso?
¿Es la promiscuidad una guarrada o una fuente de cultura y sabiduría sexual?
¿Comprar o vender sexo es una esclavitud o un pacto legítimo y honesto?
¿Es el feminismo institucional liberador de la mujer o castrador de la pluralidad femenina?
¿Nos defienden aquellos que se presentan como liberadores o simplemente se unen a otros sectores de la sociedad donde el integrismo sexual es ley?
¿Existe la libertad para decidir o lleva impreso el copyright de las siglas del partido político de turno?

Manifiesto Puta da la vuelta a los conceptos y nos presenta la promiscuidad y la prostitución como un valor legítimo y deseable. Este ensayo supone una crítica absolutamente implacable hacia aquellos que defienden la castrante dignidad de entrepierna, vulgar excusa con la que se sigue fomentando el molde sexista, tiránico y miserable sobre el que se ha construido la sexualidad tal y como la conocemos.
Manifiesto Puta es toda una declaración de principios que pretende remover los cimientos sobre los que está construida nuestra sociedad.

Y EL MUNDO YA NO TE PARECERÁ EL MISMO.

Bea Espejo nos adentra con este ensayo en una visión inédita de la sexualidad, el género, la prostitución y la promiscuidad. Si hasta ahora la moral y las costumbres han servido para doblegar voluntades, tras este ensayo la sexualidad pasa a tener una dimensión inesperada.
Los estigmas y discriminaciones, las persecuciones por sexo y el sentimiento de culpa son sustituidos por una percepción autocomplaciente y hedonista.
“TODOS Y TODAS SOMOS PUTAS”, por eso es tan importante la reivindicación de la sexualidad autogestionada e insumisa.
Ahora las putas promiscuas hablamos, por tanto, que tiemblen aquellos que perpetúan persecuciones tras años de tiranías antisexuales, pues el Manifiesto Puta es un arma destinada a combatir la basura de los prejuicios donde quiera que se encuentren."


sábado, 6 de febrero de 2010

Grisélidis Réal


Traduzione dal francese all’italiano, fonte: wikipedia

Nata a Losanna nel 1929 in una famiglia d’insegnanti; Grisélidis raggiunge suo padre all'età di sei anni ad Alessandria d'Egitto, poi ad Atene, dove lui muore mentre lei ha solamente 9 anni. Ritorna a Losanna con sua madre e riceve da lei un'educazione molto rigida contro la quale si rivolta. Intraprende gli studi di Arti Decorative a Zurigo e si diploma nel 1949. Si sposa a 20 anni, ha un primo figlio nel 1952, si separa da suo marito e ha una figlia nel 1955 con un altro uomo. Durante un tentativo di riparare il suo matrimonio ha un secondo figlio nel 1956 ma tutto finisce ugualmente e divorzia. Avrà un quarto bambino nel 1959, ancora un figlio. Poi parte con sua figlia, il suo secondo figlio e il suo nuovo compagno, per la Germania. Si ritrova senza denaro, senza documenti e senza il diritto di lavorare, così nel 1961 decide di prostituirsi in un bordello clandestino di Monaco per nutrire i suoi tre bambini.
Viene incarcerata per avere venduto della marijuana a soldati americani e viene poi rimpatriata in Svizzera dove continua a prostituirsi per qualche tempo. Ha cominciato a scrivere in prigione e a dipingere. Tenta di lasciare la prostituzione per dedicarsi alla creazione artistica.
Il suo primo libro, Le Noir est une couleur -Il Nero è un colore- (Balland, 1974) è un lavoro autobiografico.
Durante gli anni ‘70 Grisélidis Réal diventa un attivista, una delle sobillatrici della "Rivoluzione delle prostitute" a Parigi: 500 prostituite occupano la Cappella San Bernard nel giugno 1975 e richiedono la riconoscenza dei loro diritti. Rigettando l'argomento secondo cui una donna si prostituisce solamente se è obbligata dal protettore, dichiara che la prostituzione può essere anche una scelta, una decisione. Considera importante ciò che riportano i suoi documenti ufficiali cioè che non solo è scrittrice ma anche "péripatéticienne" -prostituta-, che considera come una seconda professione.
Appare, filmata nel suo appartamento nel 1975 o 1976, alla fine del documentario: Prostitution di Jean-François Davy.
Grisélidis porta la sua "Rivoluzione" a Ginevra nel 1977 e riprende la prostituzione, attività abbandonata sette anni prima. È una delle fondatrici nel 1982 dell'associazione in difesa delle prostitute: Aspasie. Ha esteso la sua battaglia partecipando a conferenze internazionali, parlando di ciò che considera come il suo mestiere nelle università concedendo numerose interviste ed animando delle riunioni pubbliche. Nel suo piccolo appartamento dei Pâquis, crea un centro internazionale di documentazione sulla prostituzione.

Parallelamente a questa battaglia politica, Grisélidis Réal ha sempre rivendicato un ruolo sociale della prostituzione che considera come un'attività che alleggerisce le miserie umane e che ha la sua importanza. Nel 1977 scrive: “…la prostitution est un acte révolutionnaire” -...la prostituzione è un atto rivoluzionario-.

Ha sviluppato una visione positiva di ciò che ha chiamato nel gennaio 2005 (nella prefazione di Carnet de bal d'une courtisane, Taccuino di ballo di una cortigiana) “un Art, un Humanisme et une Science” -un’Arte, un Umanesimo ed una Scienza-. Ma riconosceva anche il lato sordido del suo lavoro, di cui parlava in termini crudi. Lontano da ogni caricatura e da qualsiasi posizione morale, col suo spirito libero e senza compiacenza, ma attraverso una generosità autentica, Grisélidis Réal ha incarnato una vera visione della dignità umana.

Grisélidis Réal smette di prostituirsi nel 1995 all'età di 66 anni dopo trent'anni di attività, quattro bambini ed undici aborti. Tre anni prima, nel 1992, pubblica La Passe imaginaire -Il Passaggio immaginario-, raccolta di lettere inviate all’amico Jean-Luc Hennig tra l'estate del 1980 e l’inverno del 1991. Un secondo volume Les Sphinx -Le Sfingi- riunisce le lettere che lei gli ha scritto a partire dal giugno 2002, l'ultima è datata 26 maggio 2005. Muore di cancro il 31 maggio 2005.

Mettendo dell'ordine nei suoi documenti, i figli scoprono dei manoscritti inediti di cui uno viene pubblicato nell’ottobre 2008: Suis-je encore vivante? Journal de prison -Sono ancora viva? Giornale di prigione-; si tratta in effetti della sua prima opera, scritta all'epoca della detenzione in Germania.

Opere:
• Le Noir est une couleur, Paris, Balland, 1974 ; Lausanne, Éditions d'en bas, 1989; Paris, Verticales, 2005.
• La Passe imaginaire, Vevey, L'Aire/Manya, 1992; Paris, Verticales, 2006.
• À feu et à sang, recueil de poèmes écrits entre mai 2002 et août 2003, Genève, Éditions Le Chariot 2003
• Carnet de bal d'une courtisane, in "Le Fou parle" 11 (décembre1979); Paris, Verticales, 2005.
• Les Sphinx, Paris, Verticales, 2006.
• Le carnet de Griselidis, paroles de Grisélidis Réal et Pierre Philippe, musique de Thierry Matioszek et Alain Bashung, chanson interprétée par Jean Guidoni sur l'album "Putains", 1985.
• Suis-je encore vivante? Journal de prison, Paris, Verticales/phase deux, octobre 2008.

FIERE DI ESSERE PUTTANE


“Fiere di essere puttane”
di Maîtresse Nikita &Thierry Schaffauser
2009, Derive Approdi Editore

Pia Covre, autrice della prefazione dell’edizione italiana, attivista sex worker e fondatrice del “Comitato per i diritti civili delle prostitute
Giulia Garofalo, attivista e ricercatrice, autrice presso la University of East London della ricerca “Political Economy of Sex Work in Europe”
Betty, Sexyshock

In questi tempi bui in cui si fa tanto parlare di prostituzione, un libro come Fiere di essere puttane fa un po’ di luce sulle retoriche e le doppie morali tra cui il dibattito europeo (e italiano sopratttutto) è impantanato. Come recita il titolo, il libro è un ‘manifesto’ dell’orgoglio delle puttane scritto da due prostitute francesi – del gruppo “Les putes” per l’appunto – che, con stile ironico e agguerrito, sfata quei pericolosi luoghi comuni che perseguitano chi vende sesso per denaro e che di volta in volta stigmatizzano la prostituzione come la forma per eccellenza di subordinazione femminile, una piaga sociale che non rispetta l’ordine morale della società o come un’emergenza da gestire alla stregua di un problema di ordine pubblico.
Per fare questo, in primo luogo, le autrici ripercorrono le politiche e il dibattito in tema di prostituzione in Francia: le normative e politiche securitarie adottate dai governi e il dibattito pubblico sostenuto da partiti, associazionismo e parte del femminismo impregnato di tanto moralismo ma distante dalla realtà e dall’esperienza di chi vende sesso per denaro. In secondo luogo, formulano due concetti chiave – quello di “puttanofobia” e di “femminismo puttana” – per rivendicare la posizione politica dei e delle lavoratrici del sesso che questo lavoro lo scelgono e ne vanno fiere e per costruire una connessione politica e culturale con tutte le donne che lottano per la propria libertà, che facciano o meno le sex workers:

“Femminismo puttana è riappropriarsi dell’insulto ‘puttana’ come un vanto, invece di tentare di disfarsene. Perché l’insulto ‘puttana’ non riguarda noi in maniera esclusiva. Esso tende, in certi discorsi, a designare tutte le donne. Lottare contro la puttanofobia significherà lottare contro il sessismo di fondo, lottare per poter essere, vestirsi, comportarsi da puttane… lottare, come tutte le donne, contro la paura di essere aggredite. Come dice il nostro slogan: ‘dove, come, quando, quanto prendo, la scelta mi attiene, il mio corpo mi appartiene’

Per Sexyshock, che da anni è impegnato in riflessioni e campagne sul commercio del sesso, la presentazione di questo libro rappresenta una preziosa occasione di prendere parola nel dibattito italiano attuale sulla prostituzione oltre gli stereotipi e l’ignoranza entro cui esso si gioca nonchè di rafforzare quel filo rosso che collega le donne che lavorano nel commercio del sesso e quelle che non lo fanno.


Informazioni e contatti:
infosexyshock@inventati.org
Betty +39 347 134 66 52